Famiglie cooperative, stop al contratto integrativo provinciale: doccia fredda per 1900 dipendenti. I sindacati proclamato subito lo stato di agitazione
I dipendenti da oggi hanno deciso di sospendere per protesta il lavoro festivo e domenicale, gli straordinari e il lavoro
TRENTO. Le famiglie cooperative hanno deciso unilateralmente di disdettare il contratto integrativo provinciale.
Una doccia fredda per 1900 dipendenti di 60 famiglie cooperative su 360 punti vendita che da oggi hanno deciso di sospendere per protesta il lavoro festivo e domenicale, gli straordinari e il lavoro supplementare.
“Questa decisione dimostra la distanza valoriale tra chi le Famiglie Cooperative le vive quotidianamente, da lavoratore dipendente, realizzando i fatturati che le sostengono da più di 120 anni e chi invece prova ad amministrarle, immaginando che atti altamente irresponsabili finalizzati al solo taglio del costo del lavoro come nella logica delle peggiori parti datoriali possano esser la scelta corretta”. E' il commento dei segretari provinciali, Paola Bassetti, Fabio Bertolissi e Stefano Pichetti che con Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno proclamato subito lo stato di agitazione.
Stiamo parlando di un accordo che rinnovo dopo rinnovo era in vigore da quarant’anni ed ora la decisione è stata data alla vigilia della Festa delle Lavoratrici e dei Lavoratori.
IL BACCIO DI FERRO
Il braccio di ferro sul rinnovo dell’accordo è cominciato il 24 febbraio del 2023, quando le famiglie cooperative comunicarono la decisione di voler disdettare il contratto. Da quel giorno è partito un tragico conto alla rovescia che ha portato alla chiusura definitiva dei giorni scorsi.
Dietro la decisione la strategia delle Famiglie cooperative di indurre i sindacati a firmare un contratto peggiorativo sotto la spada di Damocle della disdetta contrattuale.
“Le intenzione di Via Segantini sono chiare - spiegano in una nota i sindacati - togliere le parti fisse del contratto (110,88 euro di premio presenza e 45,96 euro di salario integrativo provinciale) e sostituirle con un 'premio di risultato variabile' con dei parametri che permettono di ottenerlo in condizioni difficilmente concretizzabili. Puntano anche a tagliare l’indennità prevista per i responsabili di filiale, introdurre un inaccettabile aumento della flessibilità del lavoro con obbligo del lavoro domenicale, introduzione della banca ore, lavoro stagionale/precario e altro”. Una situazione che sindacati e lavoratori non sono disposti a tollerare.